Il museo
La casa di Zela è un edificio rurale il cui nucleo più antico è ritenuto una casa torre eretta per scopi difensivi e ridotta a “Case da lavoratore” nel XVI° Secolo con il diffondersi della mezzadria. Nel XIX° Secolo l’edificio era conosciuto come “la Baccheretana”, poi come “Casa Franchetti” dal nome dei suoi padroni. Solo più tardi acquisisce il nome attuale Casa di Zela, ad oggi non esistono fonti certe sull’origine di questa denominazione, si sa solo che l’ultima famiglia di mezzadri che ha vissuto nell’edificio fino al 1962 venivano soprannominati “Gli Zeli”. Con il passare degli anni la casa è rimasta abbandonato per lungo tempo e ridotta in un grave stato di degrado.
Donata dalla Famiglia Banchelli Loris e Otello all’amministrazione comunale che ha provveduta al suo recupero. Con il restauro è stato mantenuto l’assetto dell’edificio, risultato delle molte trasformazioni che lo hanno coinvolto nel corso dei secoli; alcune stanze sono state arredate con mobili e utensili d’epoca che caratterizzano l’edificio come centro di documentazione del territorio circostante, museo Etnografico dove si raccolgono anche testimonianze delle radici culturali di Quarrata in particolare della civiltà contadina e delle sue trasformazioni.
Donata dalla Famiglia Banchelli Loris e Otello all’amministrazione comunale che ha provveduta al suo recupero. Con il restauro è stato mantenuto l’assetto dell’edificio, risultato delle molte trasformazioni che lo hanno coinvolto nel corso dei secoli; alcune stanze sono state arredate con mobili e utensili d’epoca che caratterizzano l’edificio come centro di documentazione del territorio circostante, museo Etnografico dove si raccolgono anche testimonianze delle radici culturali di Quarrata in particolare della civiltà contadina e delle sue trasformazioni.
La raccolta di oggetti fa parte della collezione di Ernesto Franchi. Casa di Zela è una camera delle meraviglie per la quantità di oggetti che ospita (circa 7000), il disegno che compongono e le storie che evocano. Ernesto Franchi li ha raccolti in 50 anni di attività, e non ha ancora cessato di farlo. Sono oggetti della vita e del lavoro nei campi e non solo. Tutti portano il segno scavato dagli uomini e le donne che li hanno usati, riusati e riciclati. Sono disposti nelle stanze che fino al 1962 hanno ospitato l’ultima famiglia mezzadrile di Casa di Zela.
Al piano terreno sono oggetti relativi alle due Guerre Mondiali. Seguono poi la cucina con il forno incorporato e la stanza della tessitura e del ricamo.
Al piano ammezzato la stalla alta, usata una volta per ricoverare le bestie in caso di esondazione, è oggi una vera galleria dell’ingegno delle mani che sorprende ogni visitatore.
Segue il primo piano con la camera, la stanza dedicata alla devozione popolare quella dei giochi autocostruiti e i giocattoli commerciali, per finire nel fienile con la grande parete che disegna un omaggio poetico alle cose che ci circondano e che, come dice il poeta, forse ci sopravviveranno.
A Casa di Zela si raccontano storie e si raccolgono quelle che portano le persone in visita. Casa di Zela all’interno dell’area protetta la Querciola è riconosciuta dal codice dei beni culturali come architettura rurale avente interesse storico ed Etnoantrpologico quale testimonianza dell’economia rurale tradizionale. L’Associazione Amici di Casa di Zela contribuisce alla valorizzazione del luogo e con incontri e attività.
Per informazioni contattare il sig. Ernesto Franchi tel. 3382792423
INGRESSO LIBERO. APERTURA SABATO DOMENICA E FESTIVI NEL POMERIGGIO PER SCUOLE GRUPPI VISITE SU APPUNTAMENTO